Una domanda che molti si pongono e alla quale poche risposte sono rintracciabili, è se e come poter utilizzare il mercato obbligazionario come metodo per poter recuperare minusvalenze. I metodi ci sono e li andiamo a snocciolare in questo articolo. Discuteremo nel dettaglio dei migliori metodi e dei vantaggi dell’uso delle varie tipologie di obbligazioni per compensare minusvalenze. Infine, andremo a vedere alcuni esempi di obbligazioni che potrebbero essere utilizzate per recuperare minusvalenze.
Se non sai nulla sugli investimenti in obbligazioni e su cosa sono le obbligazioni, ti consiglio prima di leggere questi articoli.
Perchè le obbligazioni sono utili per compensare minusvalenze
Le obbligazioni possono essere uno strumento utilissimo per compensare minusvalenze perchè in qualche modo ci danno delle plusvalenze “certe”, ammesso che l’emittende dell’obbligazione la vada a rimborsare. Quindi, questi strumenti ci permettono di pianificare delle plusvalenze per compensare delle minusvalenze che sabbiamo di avere in scadenza in un determinato periodo.
Considerate però che acquistare obbligazioni per compensare minusvalenze deve essere fatto solo se queste hanno senso all’interno del vostro portafoglio e quindi della vostra asset allocation. Se il vostro portafoglio è 100% azionario ad esempio, dovrete accettare il fatto che non potrete prevedere con certezza di compensare minusvalenze. Il rischio in questo caso è infatti il costo opportunità, andando ad avere rendimenti inferiori per compensare minusvalenze.
Redditi diversi attraverso le obbligazioni
All’interno delle obbligazioni c’è un meccanismo abbastanza particolare per imputare i nostri rendimenti di obbligazioni a redditi diversi o a redditi da capitale. La differenza in questo caso è che i redditi diversi sono compensabili, mentre i redditi da capitale non lo sono. E’ importante quindi selezionare delle obbligazioni che ci diano redditi diversi per poter compensare minus valenze.
L’unico metodo per farlo è acquistare obbligazioni sotto la pari (ossia sotto a 100) e non puntare sulla cedola, perchè la cedola è considerata come un reddito da capitale.
Come trovare obbligazioni per compensare minusvalenze
Approcciamo la situazione come un caso studio vero e proprio. Ipotizziamo di avere un portafoglio di 100.000 euro e di avere accantonato 5.000 euro di minus valenze nello zainetto fiscale dell’anno 2024.
Queste minusvalenze dovranno essere recuperate entro quattro anni, ossia entro il 2028. Se decidiamo di recuperarli tramite capital gain da obbligazioni governative, dobbiamo sapere innanzitutto che i 5.000 saranno di più perchè devono essere rapportati alla tassazione agevolata delle obbligazioni. Infatti, questi 5.000 saranno in realtà uguali a 5000×26/12,5, ossia 10.400. Questo sta a significare che potremo prenderci fino a 10.400 euro di plusvalenza.
Obbligazioni corporate vs governative
Se confrontiamo le obbligazioni corporate con quelle governative, dobbiamo considerare di avere una differenza di tassazione anche abbastanza importante. Nelle obbligazioni corporate infatti avremo una tassazione che arriva a circa il doppio di quelle governative. Quindi una rendita anche nettamente superiore può diventare al netto delle tasse inferiore con le obbligazioni governative.
Se cerchi uno strumento utile per selezionare obbligazioni e confrontarle, ti consiglio di utilizzare Simple tools for investors.
Solitamente quindi io preferisco obbligazioni governative alle corporate. Quelle corporate però hanno anche rendimenti maggiori dettati dal rischio più elevato, quindi permettono di recuperare potenzialmente più in fretta le minusvalenze. In realtà non sono molto d’accordo con questo approccio, non bisogna avere fretta di compensare le minusvalenze infatti, bisogna anzi cercare di considerarle come un asset. Bisogna cercare di investire nel modo migliore possibile per sfruttarle, senza andare a prendere dei titoli che in un altra situazione avrei voluto evitare.
Plusvalenze "certe"
Tornando al nostro esempio di prima, supponiamo di dover generare 10.400 euro per compensare altrettante minus valenze entro il 31/12/2028. Utilizzando strumenti come quello linkato in precedenza, possiamo andare a selezionare le obbligazioni presenti sul mercato ordinandole per prezzo crescente ad esempio. Oltre al prezzo, dovremo ovviamente considerare anche il rendimento netto per generare più plusvalenze possibile.
Supponendo di investire i nostri 100.000 euro in una obbligazione governativa ad 89 di prezzo, avremo un valore nominale alla fine dell’investimento di 112K. Questo vorrà dire che spenderemo dei nostri 100.000 euro 99.680 (100.000*0,89), che alla fine ci genereranno una plusvalenza di 12.320 euro, facendoci arrivare ad un capitale con valore nominale di 112.000 euro.
Plusvalenze "incerte"
Un altro obiettivo delle obbligazioni in portafoglio potrebbe essere quello di accumulare capitale su asset che ci diano protezione, ossia avere dei rendimenti e allo stesso tempo avere sensibilità a quelli che possono essere i movimenti dettati dai cambiamenti dei tassi di interesse. Nello specifico quindi, avere una protezione della restante parte azionaria del portafoglio.
In questo caso, avrà molto più senso andare a prenderci rendimenti “incerti” nel breve periodo di obbligazioni a lunga scadenza. I rendimenti sono incerti in questo caso perchè non si potra più contare su questi al 100% per compensare minusvalenze, ma saranno comunque titoli che si potrà utilizzare per compensare minusvalenze.
Esempi di obbligazioni per recuperare le minusvalenze
Presentiamo ore cinque esempi di obbligazioni, ognuno con caratteristiche e finalità diverse, utili per il recupero di minusvalenze. L’obiettivo non è fornire consigli di investimento diretti, ma illustrare le diverse variabili da considerare quando si sceglie un’obbligazione.
Obbligazioni a breve scadenza per compensare minusvalenze
Il primo esempio che vi voglio mostrare è l’obbligazione dell’Unione Europea Eu Sure Bond Tf0% Nv25 Eur, a scadenza 2025 quindi utile per chi deve compensare minusvalenze entro la fine dell’anno. Ha un rendimento annualizzato alla scadenza di poco superiore al 2,2%.
Questo esempio torna utile per parlare di una potenziale problematica, ossia quella legata al rischio di accumulare commissioni eccessive su scadenze brevi, che potrebbero erodere il rendimento effettivo, soprattutto con commissioni variabili o su capitali limitati. Ad esempio in questo caso se paghiamo di commissioni lo 0,2% in entrata e lo 0,2% in uscita, considerando il rendimento complessivo del 2,2%, il rischio è quello di erodere significativamente il rendimento (-18% del rendimento).
Il secondo esempio di obbligazione che si può utilizzare per compensare minusvalenze è il BTP in scadenza ad Agosto 2026: scelto tra i titoli 2026 con cedola bassa per il suo rendimento più elevato tra le governative (2,3%). Questo esempio torna utile per mostrare come il rendimento annualizzato più alto non sempre si traduce nel maggior recupero di minusvalenza, poiché la scadenza di Agosto potrebbe non massimizzare il rendimento totale rispetto a obbligazioni con scadenze successive nello stesso anno e cedola simile.
Il terzo esempio è questa obbligazione con scadenza nel 2029 emessa dalla Romania: ha il prezzo più basso tra le obbligazioni governative denominate in euro. Nonostante possa massimizzare teoricamente il recupero delle minusvalenze con una tassazione efficiente al 12,5%, l’emittente (Romania) introduce rischi maggiori rispetto ai principali emittenti europei.
Obbligazioni a lunga scadenza per compensare minusvalenze
Passiamo ora ad obbligazioni con scadenze più lunghe posteriori al 2029, considerando che se si tratta di obbligazioni che vogliamo comprare per compensare minusvalenze generate negli ultimi anni (2021 – 2025) saranno titoli che non potremo portare a scadenza se vogliamo incassare una plusvalenza compensabile. In questo caso dovremo quindi puntare tutto sulle aspettative di crescita del prezzo di questi titolo nel tempo, considerando che più sarà lunga la durata dei titoli più sarà alta la volatilità degli stessi, sia nel bene che nel male.
Il quarto esempio fa riferimento ad un’obbligazione francese con scadenza nel 2032 con un rendimento del 2,8% e cedola zero: questo titolo di stato francese può essere interessante in un contesto di “scommessa” sulla riduzione dello spread, che era aumentato lo scorso Giugno a causa della situazione politica francese. L’acquisto di titoli francesi potrebbe quindi essere una scommessa sulla stabilizzazione o riduzione dello spread, o perlomeno sul fatto che lo spread possa rimanere stabile con un tasso di rendimento maggiore rispetto a un Bund.
Il quinto e ultimo esempio invece fa riferimento ad un Titolo di stato americano a lunghissima scadenza con un rendimento del 4,9%: caratterizzato da una grandissima sensibilità ai tassi e quindi da una volatilità molto elevata. Questo tipo di obbligazione comporta anche una volatilità relativa alla valuta. L’acquisto di un’obbligazione a lunga scadenza in area americana potrebbe essere una scommessa sulla stabilità del dollaro rispetto all’euro, con rendimenti potenzialmente superiori rispetto all’area euro a causa di prospettive e tassi di interesse differenti rispetto all’area europea.
Conclusioni
Spero che questo articolo sia stato di valore. Per riassumere, abbiamo visto tutto quello che riguarda la scelta di obbligazioni, in particolare di obbligazioni sotto la pari, che ci permettano di recuperare delle minus valenze. Siamo andati a vedere come esempio delle obbligazioni con scadenza 2028 a plus valenza quasi certa per compensare minus valenze generate sul 2024. Allo stesso modo, abbiamo visto delle obbligazioni a lunghissima scadenza per la protezione del portafoglio azionario, che allo stesso modo potrebbero generarci delle plus valenze compensabili.
Cerco di riassumere i punti principali dell’articolo e i principali insegnamenti da portarsi a casa quando si parla di obbligazioni e compensazione di minusvalenze:
- Non bisogna obbligarsi a recuperare le minusvalenze a tutti i costi. Includere troppe obbligazioni in un portafoglio per il solo scopo di recuperare minusvalenze può comportare un costo opportunità significativo. È fondamentale valutare i rendimenti che si sarebbero potuti ottenere investendo in altri asset.
- È importante individuare modalità personalizzate per recuperare le minusvalenze, inserendo strumenti adeguati all’asset allocation dell’investitore. Se un investitore ha una componente azionaria importante, potrebbe essere più sensato utilizzare ETF o certificati benchmark per recuperare le minusvalenze, senza stravolgere l’allocazione ideale.
- Creare efficienza fiscale all’interno di un portafoglio ha tendenzialmente costi bassi e può portare a rendimenti netti migliori, ma va confrontato con l’allocazione alternativa.
- Ignorare totalmente le minusvalenze è un errore, ma è necessario valutare attentamente i costi opportunità e i costi effettivi di diverse strategie di recupero.
- La scelta di un’obbligazione non deve basarsi esclusivamente sul recupero delle minusvalenze, ma deve considerare il suo ruolo all’interno del portafoglio complessivo.
FAQ - Domande frequenti obbligazioni e recupero minusvalenze
Sì, è possibile compensare minusvalenze investendo in obbligazioni che generano plusvalenze tassabili come redditi diversi, l’unico tipo di reddito compensabile con le minusvalenze.
Le obbligazioni acquistate sotto la pari (cioè con un prezzo inferiore a 100) generano una plusvalenza alla scadenza o alla vendita. È importante evitare titoli con cedola elevata, poiché gli interessi vengono tassati come redditi da capitale e non sono compensabili con le minusvalenze.
- Redditi diversi derivano dalla compravendita di titoli (capital gain) e sono compensabili con le minusvalenze.
- Redditi da capitale derivano dagli interessi e dalle cedole delle obbligazioni e non possono essere compensati con le minusvalenze.
Le minusvalenze possono essere recuperate entro 4 anni dall’anno in cui sono state generate. Ad esempio, minusvalenze del 2024 devono essere compensate entro il 31 dicembre 2028.
- Obbligazioni governative hanno una tassazione agevolata (12,5%) e un rischio minore, ma spesso rendimenti più bassi.
- Obbligazioni corporate hanno una tassazione più alta (26%), ma rendimenti generalmente superiori.
Bisogna considerare prezzo, scadenza, tassazione e rischio. È utile selezionare obbligazioni con prezzo inferiore a 100 e una durata adeguata per compensare minusvalenze prima della scadenza del periodo di compensazione.
L’acquisto di obbligazioni solo per recuperare minusvalenze può comportare costi opportunità, ossia rinunciare a investimenti più redditizi. Inoltre, obbligazioni a lunga scadenza possono subire perdite di valore in caso di rialzo dei tassi.
No, il recupero delle minusvalenze non deve essere l’unico criterio di scelta. È importante valutare rischio, rendimento e coerenza con l’asset allocation complessiva.