Bias ed investimenti: cinque errori e come evitarli

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In questo articolo voglio analizzare e commentare cinque comportamenti che vengono più o meno sistematicamente portati avanti in modo errato da noi investitori. Andrò anche ad analizzare gli aspetti più importanti della finanza comportamentale per darvi spunti di riflessione da applicare ai vostri processi d’ investimento.

Perchè è importante conoscere i bias

E’ fondamentale essere in grado di conoscere i principali bias a livello comportamentale e cognitivo principalmente per:

  • Riconoscerli in sè stessi e quindi rendersi conto di stare facendo un errore
  • Risconoscerli negli altri
  • Evitarli

Le principali categorie di bias

I bias si possono dividere in due categorie principali.

Cognitivi: è più semplice correggerli, in quanto sono basati su ragionamenti ed elaborazioni di nuove informazioni incorrettamente. Questi si correggono principalmente attraverso il riconoscimento di questi bias e lo studio di migliori processi di elaborazione delle informazioni o attraverso un aiuto esterno. Una consulenza finanziaria può aiutarti a riconoscere bias nel tuo processo di investimento.

I principali bias cognitivi sono:

  • Belief Perserverance, ossia i bias relativi a idee a cui tendiamo ad aggrapparci, anche nel momento in cui siamo confrontati con nuove informazioni che dovrebbero cambiare la tesi iniziale
  • Information Processing, cioè i bias relativi al processo di elaborazione di nuove informazioni
 

Emozionali: è più difficile correggerli, in quanto sono causati principalmente da emozioni come paura, odio, avidità e così via…

Appunto perché derivanti da emozioni sono più difficilmente correggibili. Ad esempio una di queste emozioni può essere l’avversione al rischio. In generale per cercare di non commettere questi errori bisognerebbe cercare di evitare di introdurre impulsività ed emotività nelle scelte di investimento.

In questo articolo ci concentreremo principalmente sui bias cognitivi, parlando quindi dei bias relativi alle nostre idee e a come le manteniamo “vive” anche quando confrontati da info contrastanti.

Bias conservatore

Questo bias in generale tende a rappresentare molto la categoria dei bias cognitivi.

Esso è infatti un bias che tende a far mantenere la propria visione anche all’arrivo di nuove informazioni in contrasto con la nostra idea. Questo bias tende quindi a farci pesare eccessivamente le informazioni precedenti e farci avere una lentezza eccessiva nel modificare le nostre stime e idee.

Quando si cerca di non cadere di questo bias, bisogna considerare che è stressante un lavoro relativo al cambio delle proprie idee iniziali, in questo caso è quindi utile rivolgersi a un professionista esterno per analizzare la situazione in modo imparziale.

Bias di conferma

Questo è il bias che porta a svolgere una ricerca ossessiva di contenuti che possano confermare la tua visione. Questo lo vediamo tantissimo sui social, nel settore finanziario e degli investimenti, così come nella politica, dove ci troviamo alla ricerca costante di qualcuno che ci dica “è effettivamente come la pensi”.

La conseguenza è chiara, ossia ignorare ciò che va contro la nostra idea, e accettare tutto ciò che va a favore. Da un punto di vista finanziario il principale effetto è quello di un portafoglio concentrato su azioni perdenti, su cui si tende a investire una volta che recepiamo queste conferme e che ci portano a comprare di più “va tutto bene, compro di più per recuperare più rapidamente, …” e così via.

Per cercare di evitare questo bias, costruisci un bear case più forte possibile contro il tuo investimento, se non sei in grado, cerca un bear case e valutalo in confronto al bull case. 

Representative bias

Praticamente questo bias coincide con il lavorare su stereotipi, basando le proprie raccolte di informazioni su piccoli campioni.

Ad esempio, una persona si è arricchita con una penny stock che ha fatto x1000 e tendo a pensare che se anche io investissi in penny stocks diventerei ricco.

Oppure ancora, vedo in un video Youtube che in un bull market il buy the dip funziona, quindi comprerò al prossimo buy the dip. 

La soluzione in questo caso è legata alla consapevolezza, bisogna essere consci del bias e di possibili errori statistici (non sempre sarà un buy the dip). E’ fondamentale in questo caso riflettere di volta in volta su quanto largo è un campione rispetto alla popolazione prima di prendere delle decisioni.

Bias di illusione del controllo

E’ il bias che ci porta ad avere l’illusione di poter controllare l’andamento del nostro portafoglio. Questo è il tipo caso che porta a costruzioni di giganti modelli di valutazione che danno l’illusione di poter calcolare in maniera perfetta al centesimo ad esempio il valore di un’azione. 

Questo può essere influenzato anche dal contesto, ad esempio mi illudo di poter valutare azioni perfettamente perché sono in un bull market e l’80-90% delle azioni salgono.

Anche in questo caso la soluzione è la consapevolezza, bisogno essere consci di ciò che si può fare. Si può controllare cosa compri, il livello di rischio, l’asset allocation, non si potrà mai controllare i rendimenti di mercato.

Bias del senno del poi

Guardando a posteriori determinati eventi tutto sembra chiaro e scontato, questo porta a sovrastimare o sottostimare le capacità di altri quando si potrebbe trattare semplicemente di fortuna o sfortuna.

Per evitare questo bias, suggerisco di tenere traccia delle proprie idee, tesi e valutazioni. Anche di tenere traccia del proprio track record. Se si compra una azione perché per noi è deprezzata di un 15% e questa fa un +100% in un anno, non si tratta di bravura, ma di fortuna, in quanto la valutazione potrebbe essere stata comunque sbagliata. Quanto dei tuoi rendimenti sono supportati dalle tue valutazioni?

Se sei interessato ad approfondire questo argomento, ti consiglio di leggere questo articolo sugli errori più comuni nella gestione e costruzione di un portafoglio di investimenti.

Davide Ravera

Davide Ravera

Ciao, sono Davide Ravera, consulente finanziario indipendente iscritto all'Albo e al CFA Program. Dopo esperienze come analista equity, risk management e portfolio management presso due importanti banche austriache, ho intrapreso la strada come consulente finanziario autonomo per poter aver un impatto positivo sulle scelte finanziarie delle persone.