Strategie per investire in azioni

Dopo aver visto insieme come investire in azioni, andiamo ad approfondire quali sono le principali strategie per investire in azioni. Se non sei sicuro della definizione di azione, ti consiglio di leggere questo articolo prima per capire esattamente cos’è un’azione.

Strategie di investimento

La strategia di investimento è il processo di ripartizione del proprio portafoglio tra diverse classi di attivo. L’obiettivo è ottenere una performance elevata e costante nel tempo in funzione del rischio assunto.

Per realizzare un piano di investimento efficace, l’investitore deve porsi due domande fondamentali. In primo luogo deve chiedersi quali obiettivi intende raggiungere, con quale programma, e che cosa è disposto a sacrificare per ottenere quel risultato.

In secondo luogo, occorre anche domandarsi per quanto tempo le somme investite potranno restare tali, senza bisogno di smobilizzarle per esigenze economiche future.

Come creare un portafoglio azionario

Tipicamente, nell’approccio di tipo top-down le variabili di tipo macro-economico assumono un peso rilevante poiché è attraverso la valutazione della loro dinamica futura che si perviene alla costruzione del portafoglio. L’approccio di tipo bottom-up consiste prevalentemente nella scelta dei titoli e solo in misura residuale dalla selezione settoriale e di mercato.

 

Propensione al rischio

La determinazione della propensione al rischio è di fondamentale importanza per impostare una strategia di investimento corretta. In particolare i parametri rilevanti sono due:

  • Capacità di rischio: si tratta della capacità che ha il soggetto di subire delle perdite senza alterare in senso sfavorevole il proprio tenore di vita.
  • Tolleranza al rischio: esprime la perdita massima che l’investitore è disposto a tollerare a livello emotivo. In tutto ciò è importante mantenere la coerenza. Troppo spesso una persona si dichiara poco propensa a rischiare, per poi lamentare scarsi guadagni con mercati in crescita. O, al contrario, sovrastima la propria sopportazione delle perdite solo per vendere tutto al primo ribasso.
 
  
Diversificazione del portafoglio

Gli investitori tendono ad attenersi agli ambiti con cui hanno maggiore familiarità. Sebbene sia comprensibile, investire unicamente in ciò che si conosce spesso si rivela un limite, poiché i mercati nazionali costituiscono solo una minima parte dell’offerta di titoli a livello mondiale e la concentrazione degli investimenti in un unico paniere implica un rischio aggiuntivo. È importante ricordare, però, che la diversificazione del portafoglio, compresa la selezione di titoli e categorie di attivi, in ultima analisi deve essere effettuata su misura per rispecchiare la propria situazione personale e i propri obiettivi a lungo termine.

Un portafoglio diversificato a livello globale può essere un modo efficace per massimizzare le chance di realizzare i tuoi obiettivi. Scegliere di diversificare il portafoglio e investire in un’ampia gamma di mercati e settori consente di distribuire il rischio d’investimento, il che permette di tenere sotto controllo il pericolo di registrare perdite cospicue senza però sacrificare la potenziale crescita del capitale.

Strategia di gestione passiva

Definizione di un portafoglio di periodo, basato sulla replica di un benchmark scelto in base alle specifiche di rischio/rendimento valutate più adatte. Le modalità con cui pervenire alla replica dell’indice sono:

  • Full replication: il gestore acquista tutti i titoli compresi nell’indice nella stessa proporzione con cui essi lo compongono: ciò garantisce l’allineamento tra performance dell’indice e del portafoglio, sebbene ciò valga solo su base lorda, poiché il rilevante livello di costi di transazione richiesti (proporzionali alla numerosità dei titoli componenti l’indice) riduce la performance netta del portafoglio rispetto a quella dell’indice.
  • Sampling replication: il gestore compie una sorta di “campionamento” dei titoli che compongono l’indice: in questo modo, se da un lato il livello dei costi di transazione risulta evidentemente limitato, dall’altro si corre il rischio di un maggior disallineamento tra le performance.
 

In una gestione di tipo passivo la scelta del benchmark riveste un ruolo cruciale.

Strategia di gestione attiva

L’obiettivo tipico di una gestione attiva è battere il benchmark: ciò si realizza facendo leva su market timing e stock selection. La gestione attiva comporta l’intervento di gestori di grande abilità e competenza in grado di individuare le opportunità di investimento migliori. Gli strumenti per attuarla sono:

  • Asset allocation: si fa riferimento al processo integrato di allocazione del patrimonio di un investitore in una pluralità di asset class coerentemente con il suo profilo rischio-rendimento. Su un piano di descrizione sequenziale, l’attività di asset allocation si costituisce di almeno quattro stadi: analisi delle diverse asset class presenti nel mercato (asset class selection); definizione dei pesi strategici di equilibrio per ogni asset class componente il portafoglio (asset allocation strategica); identificazione di un range di variazione per ogni singola asset class (asset allocation tattica); selezione dei titoli rappresentativi di ogni asset class (security selection).
  • Stock picking: selezione dei singoli titoli, privilegiando quelli sottovalutati e con alto potenziale di crescita.
  • Market Timing: l’obiettivo unico è quello di massimizzare il rendimento differenziale del portafoglio rispetto al benchmark (o rendimento assoluto in assenza di benchmark) modificandone i pesi in funzione delle previsioni soggettive circa le future dinamiche dei mercati e/o delle asset class ad esse collegate.
 

Le leve da adottare ai fini di una corretta strategia attiva possono essere ricondotte a tre livelli:

  • La scelta dell’esposizione al rischio sistematico.
  • La scelta della composizione settoriale o per “gruppi” del portafoglio.
  • La scelta dei singoli titoli da includere in portafoglio.

Strategie di investimento per portafogli azionari

Superata la fase di definizione dell’asset allocation strategica, compito del gestore è quello di individuare una appropriata modalità di gestione del portafoglio, mediante la scelta di una tecnica adeguata. La scelta della tecnica di gestione è governata dallo stile di investimento che il gestore si propone di perseguire al fine di realizzare il target di risultati opportunamente definito. Di seguito, andremo a vedere alcune delle strategie più utilizzate in termini di investimento, partendo da una tecnica passiva fino ad arrivare a tecniche più attive. Se vuoi approfondire l’argomento, ti consiglio di leggere questo articolo che spiega come costruire un portafoglio.

 

Strategia Buy-and-Hold

L’obiettivo della strategia buy and hold è ottenere la massima performance mantenendo inalterata la composizione del portafoglio ottimale definito exante, per tutto l’holding period.

  • Vantaggi: Minimizzazione dei costi di gestione assenza attività di ribilanciamento e di market timing.
  • Svantaggi: Possibili asimmetrie tra risk tolerance dell’investitore ed esposizione del portafoglio alla volatilità di mercato.
 
 
Constant-mix Strategy

Si tratta di una strategia dinamica: quando l’indice di Borsa varia, variano i pesi rispetto agli obiettivi iniziali, e sono pertanto richieste operazioni di acquisto/vendita per riequilibrare il portafoglio. In generale, sono richieste operazioni di acquisto quando il mercato azionario registra ribassi più forti rispetto ai rendimenti delle attività risk free (Bot), e operazioni di vendita quando si verifica l’opposto.

  • Vantaggi: equilibrio tra volatilità del portafoglio e risk tolerance dell’investitore.
  • Svantaggi: costi di transazione elevati (i costi sono funzione del numero di ribilanciamenti a sua volta funzione della volatilità dei mercati).
 
 
Constant Proportion Portfolio Insurance Strategies (CPPI)

Le strategie di proporzione costante prevedono la fissazione di un floor per il valore del portafoglio oppure la determinazione dell’investimento desiderato in azioni come quota costante della parte “esponibile al rischio” del portafoglio. Il valore del portafoglio non scende comunque al di sotto del floor anche in un mercato fortemente ribassista. In un mercato al rialzo, la CPPI esalta i guadagni (effetto di accelerazione dell’aumento della quota azionaria), in un mercato al ribasso la CPPI smorza le perdite e in un mercato volatile senza trend la CPPI è perdente: vende azioni prima di un rimbalzo, le acquista prima di un ribasso.

 

Core-Satellite Strategy

L’obiettivo è la realizzazione della max performance di portafoglio mediante la combinazione di elementi tattici e strategici di portafoglio, suddividendo il portafoglio in due entità. La prima, detta core, è la struttura portante che replica la composizione e quindi il rendimento del benchmark ed ha la funzione di controllare il rischio complessivo del portafoglio, mentre la seconda, detta satellite, è la struttura a gestione libera con la funzione di “battere il mercato” e dotare il portafoglio complessivo di un extrarendimento rispetto al benchmark.

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